Convento San Francesco d’Assisi
IL CONVENTO DEI FRATI MINORI IN VICO EQUENSE
NEL CONTESTO STORICO DELLA PROVINCIA SALERNITANO-LUCANattivitaA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI FRATI MINORI
CE N N I S T O R I C I
Il Convento di S. Francesco in Vico Equense, pur appartenendo alla provincia civile di Napoli, fa parte dell’ente giuridico “Provincia salernitano-lucana dell’Immacolata Concezione dei Frati Minori”. Una Provincia religiosa che ha poco più di mezzo secolo di vita, ma che trae le sue origini fin dai tempi di San Francesco.
L’Ordine dei Frati Minori, infatti,sorto in Assisi nel 1209 per opera di San Francesco, rapidamente giunse e si affermò nelle varie regioni d’Italia e dell’Europa, attirando da ogni classe sociale, una moltitudine di seguaci.
Si rese perciò necessario costituire delle “Province” alle quali il Santo Fondatore prepose un Ministro Provinciale.
L’attuale territorio della Campania, degli Abruzzi e una parte di quello lucano, nella serie delle Province lo troviamo al nono posto, con la denominazione di Provincia di Terra di Lavoro.
I L F R A N C E S C A N E S I M O N E L S A L E R N I T A N O
A Salerno, centro culturale famoso per la “Scuola Medica Salernitana”, i Frati Minori ottennero ed abitarono, verso il 1222, un antico monastero benedettino e lo intitolarono al loro Serafico Fondatore. Quasi contemporaneamente al convento di Salerno ne sorsero altri nei dintorni, sia nel retroterra, sia lungo la costiera: Agropoli, Eboli, Amalfi, Ravello;
altri poi vennero edificati successivamente e costituirono due Custodie, dipendenti dalla Provincia di Terra di Lavoro: la Custodia di Salerno e quella di Principato.
Le due Custodie raggiunsero l’apogeo della gloria in seguito al viaggio ardimentoso dell’illustre figlio Giovanni da Montecorvino verso le sconosciute terre dell’Oriente e della misteriosa Cina.
Tra la metà del Trecento e l’inizio del Quattrocento, eventi di vastissima portata (soprattutto la peste nera 1378-1417) segnarono un declino pauroso nel nostro e in tutti gli Ordini religiosi.
Ben presto però si ebbe una salutare riscossa ristoratrice: nel nostro Ordine aveva già avuto inizio un movimento di riforma, detto “Osservanza” (il suo inizio avvenne nell’Eremo di Brogliano (Vicenza) ad opera di Paoluccio Vagnozzi da Trinci).
La Campania sentì il lodevole risveglio
A cooperare alla rapida diffusione del movimento si adoperò efficacemente S.Bernardino da Siena. e così quasi in ogni centro e nei remoti paeselli sorse un convento per questa nuova famiglia francescana, governata inizialmente dai rispettivi Ministri Provinciali e, in seguito, da Vicari Provinciali e Generali propri.
Il territorio dell’attuale Campania, nel nuovo elenco delle Province, conservò il nono posto e il
titolo di Terra di Lavoro. Ma la vastità del territorio e il numero rilevante dei conventi e dei religiosi
impedivano un governo efficace e perciò il Ministro Generale P. Giovanni Calvo nel 1544 staccò i conventi del salernitano e ne formò una Provincia autonoma. Riunita di nuovo a quella di Terra di Lavoro nel 1555 dal Ministro Generale P. Clemente Monilia, fu definitivamente separata il 31 maggio 1575 dal Ministro Generale P. Cristoforo da Cheffontaines.
Avvenuta la divisione, la Provincia napoletana conservò la denominazione di Terra di Lavoro, ma
il nono posto fu assegnato a quella salernitana, costituita da 24 conventi, dei quali venti nella regione salernitana, tre nella penisola sorrentina e uno a Napoli (allora capitale del Regno).
La Provincia Salernitana o di Principato prese il titolo dai SS. Apostoli Andrea e Matteo, sepolti entrambi in due città insigni del suo territorio (Salerno e Amalfi). Essa conservò questo titolo fino al 10 ottobre 1898.
per i contrasti precedenti la suddetta divisione e per la riunione della Provincia con quella di Terra
di Lavoro, forse lo spirito religioso in molti conventi doveva lasciare un po’ a desiderare. Per suscitare perciò un nuovo fervore religioso, ma maggiormente per attuare le decisioni e i Decreti dei
Pontefici e del Concilio Tridentino per una controriforma cattolica, i Ministri Generali si videro nella necessità di sacrificare l’unità nelle vaste Province, compresa la Salernitana, e istituire in esse un nucleo o Custodia della più stretta Osservanza o Riforma.
Il Ministro Generale P. Francesco Gonzaga nel 1582 venne a Napoli per presiedere al Capitolo della Provincia di Principato, da celebrarsi nel Convento di S. Diego. Volendo accontentare quei frati desiderosi di una vita più rigorosa in materia di povertà e più remota dai tumulti del mondo, in tale Capitolo istituì ufficialmente una “Custodia della più stretta Osservanza” e vi pose a capo il P. Bernardo da Montecorvino. A questi si unirono cinque sacerdoti e due fratelli laici e per loro dimora furono assegnati i conventi di Campagna e di Oliveto Citra. Questo primo manipolo si accrebbe per l’afflusso di nuovi aspiranti o di frati della Provincia che volevano abbracciare una vita più rigorosa.
Divenuti insufficienti i due conventi, i Ministri Provinciali in pochi anni ne concessero altri sei.
In seguito la Custodia ne costruì altri sei per proprio conto e ne ottenne uno a Montella dai Frati Conventuali e così al suo passaggio a Provincia, nel 1639, aveva 15 Conventi.
In seguito alla caduta della Dinastia Borbonica, il governo Murattiano tra il 1806 e il 1809 in Campania e in tutto il Regno soppresse soprattutto i monasteri e i conventi più ricchi e disperse i religiosi. Ricostituitesi le comunità monastiche con Dispaccio reale di Ferdinando I, nel 1816, le due Province di Principato rifiorirono rigogliose. La Provincia Osservante dei SS. Apostoli Andrea e Matteo raggiunse il numero di 34 Conventi; quella della più stretta Osservanza o Riformata, 23.
Dopo l’annessione dei territori del Regno Napoletano, le leggi Siccardi (29 maggio 1855) furono rese esecutive nell’Italia meridionale negli anni 1866/67. Le Province monastiche furono nuovamente soppresse e i Conventi passarono o al Governo, o ai Municipi.
Un ventennio dopo, per l’opera tenace dei Ministri provinciali e di sacerdoti zelanti fu riaperta buona parte dei 57 conventi che avevano le due Province di Principato.
Con la Bolla pontificia “Felicitate quadam” del 4 ottobre 1897, furono abolite le distinzioni nei vari rami dell’Ordine e con Decreto del 10 ottobre 1898 il Ministro Generale costituì in Campania le Province di S. Giacomo della Marca e di S. Giovanni della Croce, comprendendo in esse tutti i conventi delle ex famiglie francescane recentemente riunite dal Pontefice.
Per lo smembramento ordinato da Pio X l’8 gennaio 1911 i conventi dell’ex Provincia salernitana della più stretta Osservanza ottennero l’autonomia e il titolo di “S. Maria di Materdomini”; i conventi invece appartenenti all’ex Provincia dei SS. Apostoli rimasero uniti a quelli di Napoli ancora sotto il titolo di S. Giacomo della Marca, fino al 27 agosto 1912. Successivamente, ottenuta l’autonomia, si intitolarono a “S. Maria degli Angeli di Principato”.
Con la Lettera Apostolica “Pro peculiari studio” del 14 luglio 1942, le sei Province della Campania furono ridotte a tre. La nostra, costituita dai Conventi delle Province di S. Maria Materdomini e S. Maria degli Angeli, uniti a quelli della Lucania, ebbe il titolo di Immacolata Concezione.
IL FRANCESCANESIMO IN LUCANIA
Fin dai primi decenni dell’Ordine il francescanesimo si diffuse in Lucania. Frate Gismondo e Frate Benvenuto da Gubbio, discepoli del Serafico Padre, lavorarono e morirono (1232) in terra lucana.
Il primo fu sepolto in Corneto, feudo dell’Abbazia della SS. Trinità di Venosa, ed il secondo nella selva di Melfi, donde fu traslocato all’abbazia di S. Stefano a Ripa.
Nella prima divisione in Province, fatta da S. Francesco, la Lucania fu assegnata per metà alla Provincia di Puglia, cioè tutto il territorio a sinistra del fiume Bradano, e per il resto alla Provincia di Terra di Lavoro.
Nel secolo XV anche in Lucania sorsero i conventi per l’Osservanza ma lontano dalle sedi dei Ministri Provinciali,che opposero tenace resistenza alla nuova famiglia. Con l’intervento dei Feudatari e per le suppliche del popolo furono superate le difficoltà e così Sisto IV e Innocenzo VII emanarono Bolle per l’erezione in serie di conventi. Quest’ultimo, infine, con la Bolla “Certa Relatione” ordinò al Commissario generale B. Angelo da Chivasso che formasse nel territorio lucano una Vicaria autonoma alle dirette dipendenze del Commissario generale (1484). Tale Vicaria nel 1517, insieme con le altre, conseguì il titolo di Provincia Osservante di Basilicata.
Quando, nel 1593, per opera di P. Antonio di Gravellona (Milano) sorse in Lucania la Riforma, 87 religiosi dell’Osservanza optarono per la nuova famiglia ed ottennero cinque conventi. Però dopo due anni di vita austera, la maggior parte di questi religiosi rientrò nell’Osservanza e con i religiosi passarono anche i conventi.
Dal 1620 al 1640 il fervore per la Riforma si riprese e si sviluppò, così che la Custodia della più stretta Osservanza fu elevata a Provincia.
Nel massimo del sua splendore la Provincia Osservante ebbe 33 conventi e quella Riformata 24.
I moti rivoluzionari del 1799, la rivoluzione francese, la soppressione del 1806/1809 colpirono duramente le due floride Province.
Con il ritorno dell’ordine e della pace l’attività si riprese e rifiorirono gli studi e la disciplina. Ma per poco, perché la soppressione generale del 1866/67 stroncò quasi totalmente la vitalità del francescanesimo in Lucania.
Sancita con la bolla “Felicitate quadam” l’unione della grande famiglia francescana, la Lucania non ebbe la possibilità materiale di organizzarsi in Provincia, per scarsezza di religiosi. Le poche vocazioni raccolte vennero inviate in Campania per la formazione religiosa e furono alle dipendenze del Ministro provinciale di Principato (S. Giacomo della Marca).
Nel 1902, con l’aiuto di confratelli toscani, si costituì in Lucania un Commissariato autonomo.
Ritiratosi il Commissario (1906), le poche case religiose ancora aperte passarono sotto la giurisdizione del Ministro provinciale della Calabria. A questo rimasero unite fino al 14 luglio 1942,quando il Papa Pio XII col “Motu Proprio” “Pro peculiari studio” istituì la Provincia Salernitano-lucana.
Il Ministro Provinciale P. Attilio Mellone, nel 1960, si incaricò di chiedere allo Stato il riconosci
mento giuridico della nuova Provincia, e il 6 febbraio del 1961, ottenne il Decreto che qui si riporta
in copia conforme:
R E P U B B L I C A I T A L I A N A
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Vista l’istanza di P. Attilio Mellone, al secolo Olimpio, diretta ad ottenere il riconoscimento,
agli effetti civili, della fusione in un’unica Provincia denominata “Provincia Religiosa Salernitano-
Lucana dell’Immacolata Concezione dei Frati Minori”, con sede in Salerno, delle due preesistenti
Provincie Francescane dei Frati Minori, intitolate, l’una “S. Maria degli Angeli di Principato”,
con sede già in Nocera Superiore (Salerno), e l’altra “S. Maria Materdomini”, con sede già in
Castellammare di Stabia (Napoli) e poi in Salerno;
Visti i Decreti Reali rispettivamente del 28 luglio 1932, n° 1078 e 18 aprile 1932, n° 486, con
i quali furono riconosciute giuridicamente le due Provincie anzidette;
Visti gli articoli 4 della legge 27 maggio 1929, n° 848 e 7 del Regolamento approvato con Regio
Decreto 2 dicembre 1929, n° 2262;
Vista la legge 6 aprile 1933, n° 455;
Udito il parere del Consiglio di Stato;
Sulla proposta del Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno;
DECRETA
E’ riconosciuta, agli effetti civili, la fusione in un’unica Provincia denominata “PROVINCIA
RELIGIOSA SALERNITANO-LUCANA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI FRATI
MINORI”, con sede in Salerno, delle due Provincie nelle premesse indicate.
Il presente decreto, munito del sigillo di Stato, sarà inserto nella Raccolta Ufficiale delle leggi
e dei decreti della Repubblica Italiana.
E’ fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarlo e farlo osservare.
Dato a Roma, addì 6 febbraio 1961.
F/to GRONCHI – Controf/to SCELBA
Visto: il Guardasigilli GONELLA
Registrato alla Corte dei Conti addì 15/III/1961 – Reg. n° 153, Fol. 37
F/to VILLA
PREFETTURA DI SALERNO = P.C.C.: Il Consigliere F/to GIUSSO
*** *** ***
(N.B. Alla Prefettura di Salerno è iscritta col n° 175).
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Nel Congresso Capitolare del 27 giugno 1998, per motivi logistici, fu presa la decisione di
trasferire la Curia in altra sede e dopo qualche anno fu scelto il Convento di Baronissi, sicché
oggi, pur rimanendo Salerno come sede legale, qualla operativa è: Convento “SS. Trinità”
Baronissi (SA). Cf. 80002690651.
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Si è parlato di alti e bassi nelle vicende storiche della Provincia: ma non bisogna lasciare sotto silenzio la realtà che la Storia registra anche figure di spicco e di grande spessore umano e spirituale che hanno dato lustro alla Provincia e all’Ordine.
Se ne riporta qui un elenco particolareggiato:
A) RELIGIOSI BEATI, VENERABILI E SERVI DI DIO
1292 Beato Antonio Romano, morto ad Eboli.
1328 Beato Giovanni da Montecorvino, missionario, primo arcivescovo di Pechino e
Patriarca di tutto l’Oriente.
1358 Beato Nicola Pico da Montecorvino, martire nel Cairo d’Egitto.
1364 Beato Guglielmo da Castellammare di Stabia, martire in Gaza di Palestina.
1451 Fr. Paolo da Olevano sul Tusciano, laico.
Fr. Bernardo da Capaccio, laico.
1518 Beato Egidio da Laurenzana, laico, insigne per santità. Leone XII ne confermò
il culto. Festa: 14 gennaio.
1520 Beato Francesco da Pisciotta.
Beato Damiano Guadagnina da Campagna.
1571 Servo di Dio P. Antonio Sajia da S. Angelo a Fasanella.
1584 P. Bernardo da Montecorvino.
1587 Fr. Andrea Calabrese, laico.
1610 Fr. Giovanni Battista da S. Angelo dei Lombardi, laico.
1620 Fr. Bernardo da Petina, laico.
1624 Servo di Dio P. Antonio da Tursi.
1626 P. Dionisio da S. Mauro Cilento.
1636 Fr. Paolo da Castelcivita, laico.
1642 P. Diego Campanile da Sava di Baronissi.
1643 Fr. Giacomo da Montella, laico.
1645 Servo di Dio P. Carlo da Oppido.
1648 Servo di Dio P. Eufemio da Miglionico.
Servo di Dio P. Antonio De Martino da Pescopagano, martire in Etiopia.
Servo di Dio P. Felice De Felice da Saragnano, martire in Etiopia.
1651 Servo di Dio P. Ambrogio Pantoliano da Polla.
1656 Fr. Antonio da Montella, laico.
1657 Servo di Dio Fr. Angelico Panelli da Laurenzana, laico.
Servo di Dio Fr. Giuseppe da Picerno, laico.
Fr. Timoteo della Bella (Bellizzi?), laico.
1663 Servo di Dio Fr: Giunipero da Potenza, laico.
1664 Servo di Dio Fr. Matteo da Tito, laico.
Fr. Tommaso da Castelcivita, laico.
1668 Servo di Dio Fr. Francesco da Montesano, laico.
P. Ludovico da Laurenzana, martire a Massaua in Eritrea.
1676 Servo di Dio Fr. Angelo da Cilento, laico, martire in Albania.
1686 Servo di Dio P. Andrea da S. Angelo a Fasanella.
1693 Servo di Dio Fr. Diego da Pomarico, laico, martire in Palestina.
1698 P. Giovanni Battista da Bracigliano.
1711 Fr Giacomo da Montella, laico.
1713 Fr. Bernardino da Carpineto Abruzzese, laico.
P. Angelo da Cava.
P. Francesco da Pisciotta.
P. Giovanni da Buccino.
1718 P. Gabriele Morella da Sanseverino.
Fr. Antonio da Montella, laico.
1721 P. Michelangelo da Salerno.
1738 Servo di Dio P. Angelo da Maiori.
1752 P. Francesco da Guardia.
1767 P. Giuseppe da Montella.
1775 Servo di Dio P. Antonio M. Sica da Gaiano.
Fr. Michele da Cilento, laico.
1777 Servo di Dio Fr. Francescantonio da Ottaviano, laico , morto nel convento di Vico .
1800 P. Andrea da Procida.
1831 Servo di Dio P. Grisolia da Lagonegro.
1836 Servo Di Dio Fr. Bernardino da Montoro, laico.
1837 P. Gioacchino da S. Angelo dei Lombardi.
1868 Servo di Dio P. Salvatore da Caposele.
1884 P. Francesco da S. Angelo dei Lombardi.
1888 Servo di Dio P. Girolamo da Sarno.
1889 P. Raffaele D’Ambrosi da Boscoreale.
1899 Servo di Dio Fr. Francesco da Montoro, laico.
Servo di Dio Fr. Marino De Marini da Padula, laico.
1917 Servo di Dio Fr. Nicola D’Orso da Solofra, laico.
1966 P. Prisco Pecoraro da Nocera.
1969 P. Raffaele Pontrandolfi da Grassano.
1996 P. Tito Citro da Mercato San Severino.
B) RELIGIOSI ELEVATI A DIGNITA’ ECCLESIASTICHE
P. Giovanni da Montecorvino, primo arcivescovo di Pechino (1307/1328)
P. Nicola da Banzi, vescovo inviato in Cina per la consacrazione episcopale del B. Giovanni da
Montecorvino.
P. Andrea da Valle Regia, vescovo di Larino eletto il 28 maggio 1334.
P. Tancredi da Auletta, vescovo di Gravina, eletto il 1346.
P. Giacomo da Gioi Cilento, vescovo di Lettere, eletto il 1349.
P. Andrea da Calvanico, vescovo di Lesina, eletto il 17 febbraio 1352.
P. Leonardo Rossi da Catelde di Giffoni Valle Piana, eletto Cardinale dall’antipapa Clemente
VII (16 dicembre 1378) e consacrato vescovo di Ostia e Velletri da Benedetto XIII che
successe a Clemente VII nel 1394.
P. Luca da Rocca Contrada, vescovo di Policastro, eletto il 1392 e di Belcastro il 1403.
P. Giacomo Aurilia da Cava dei Tirreni, vescovo di Cava.
P. Filippo De Sio da Cava dei Tirreni, vescovo di Cava, di Caiazzo e di Boiano.
P. Antonio Bonito da Cuccaro Vetere, vescovo di Montemarano e poi di Acerno, eletto il 1493.
P. Gianfrancesco Caporella da Potenza, delegato apostolico nel Libano, vescovo nella Svezia,
eletto nel 1517.
P. Giovanni Battista da Campagna, vescovo di Tortosa, nella Spagna, (1639/1655) e di
Pozzuoli (1655/1660).
P. Arcangelo Tripaldi da S. Mauro Cilento, vescovo de L’Aquila, eletto il 1681.
P. Egidio Quinto da Armento, prefetto apostolico e vescovo di Sapka in Albania (1705/1721).
P. Michelangelo Paciello da Tricarico, vicario apostolico e prefetto della missione etiopica,
eletto nel 1787.
P. Raffaele D’Ambrosi da Boscoreale, arcivescovo di Durazzo e metropolita in Albania, eletto
il 17 dicembre 1847.
P. Luigi Filippi da Avigliano, arcivescovo de L’Aquila, eletto nel 1853.
P. Gabriele Capaccio da Bracigliano, vescoco di Mellipotamo in Albania, eletto il 10 maggio
1867.
P. Francesco M. Imperato da Salerno, vescovo di Venosa, eletto nel 1880 e arcivescovo di
Acerenza e Matera (1890).
P. Serafino Cimino, vescovo titolare di Cirro, eletto il 18 dicembre 1924; delegato apostolico
nel Messico e nunzio apostolico nel Perù.
P. Giovanni Innocenzo Martinelli, vescovo di Tripoli, eletto il 17 luglio 1985.
P. Antonio Forte da Polla, vescovo di Ariano Irpino e Lacedonia (1988/1993); vescovo di
Avellino (1993/2004)
***
RELIGIOSI ELEVATI A DIGNITA’ NELL’ORDINE
A) MINISTRI GENERALI
P. Leonardo Rossi da Catelde di Giffoni Valle Piana.
Nacque verso il 1340. Insegnò a S. Lorenzo Maggiore di Napoli e a Cambridge.
Partecipò al Capitolo Generale di Tolosa del 1373, nel quale fu eletto Ministro Ge-
nerale. Governò per sei anni l’Ordine tra la grande confusione causata dallo scisma
d’Occidente. In buona fede fu dalla parte dell’antipapa Clemente VII, dal quale ac-
cettò la dignità di Cardinale il 16 dicembre 1378. Morì in Avignone nel 1407 e fu
sepolto nella Chiesa dei Frati Minori.
P. Giovanbattista Visco da Campagna.
Nacque nel 1585. Appartenne al Clero secolare e fu ordinato sacerdote nel 1604.
Dopo due anni passò tra i Frati Minori. Insegnò a L’Aquila, Palermo e Napoli.
In qualità di Segretario generale dell’Ordine, partecipò al Capitolo Generale del 1663
di Toledo e fu eletto Ministro Generale.
Al termine dell’incarico fu assunto alla sede vescovile di Tortosa e governò la Diocesi
fino al 1655. In tale anno passò alla sede di Pozzuoli, ove morì nel 1660.
P. Gaetano Polito da Laurino.
Nacque il 23 marzo 1637. Insegnò a Salerno e a Napoli. Fu Segretario generale dell’Ordine. Stimato da Carlo III di Borbone e dalla Regina, nel Capitolo Generale di
Valladolid del 1740 divenne Ministro Generale. Dopo appena tre anni e nove mesi
di governo, morì in Roma il 12 marzo 1744.
P. Serafino Cimino da Capri.
Nacque il 13 novembre 1875. Compiuti gli studi in Provincia, passò a Roma ed in-
segnò nell’Ateneo Antoniano fino al 1913.Fu Custode di Terra Santa dal 1913 al
al 1915, Ministro Generale nel 1915. Governò l’Ordine fino al 1921. Delegato Apo-
stolico nel Messico dal 1924 al 1926, fu trasferito, in seguito, alla Nunziatura apo-
stolica del Perù. Viaggiando dall’America all’Europa, morì improvvisamente a bor-
do della nave “Orazio” il 4 maggio 1929.
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B) V I S I T A T O R I E D E F I N I T O R I G E N E R A L I
P. Francesco da Padula
P. Luigi da Resina
P . Antonio da Casoria
P. Faustino da Dentecane
P. Giuseppe Rossi
P. Carmelo Cesario
P. Giuseppe Di Nola
P. Anselmo Santoro
P. Bernardino Di Landro
P. Giulio Saracino
P. Francesco Rainone
P. Leone De Stefano
P. Giuseppe Martinelli
P. Francesco De Simone
P. Prisco Pecoraro
P. Raffaele Pontrandolfi (ben 15 Provincie)
P. Pacifico Capobianco
P. Egidio Caggiano
P. Ludovico Addomino
P. Manlio Di Franco – Iterato
P. Tommaso Losenno
P. Giacinto D’Angelo
C) C U S T O D I D I T E R R A S A N T A
P. Antonio Sajia da S. Angelo a Fasanella, elettonel 1571. Morì prima di arrivare in Terra Santa.
P. Giovanni Francesco da Salandra, eletto nel 1593.
P. Angelo da Messina (1612/1615).
P. Diego Campanile da Sava di Baronissi (1628/1634).
P. Ambrogio Pantoliano da Polla. Governò come Presidente dal 1621 al 1625.
Dal 1636 al 1639 da Commissario Generale, indi designato Custode.
Morì a Siracusa, durante il viaggio, nel 1651.
P. Pietro Vernieri da Montepeloso -oggi Irsina- (1642/1644). Annalista di Terra Santa.
P. Paolo da Miglionico (1688/1689)
P. Giovanbattista Tauleri da Atina (1691/1694).
P. Bonaventura Vicedomini da Maiori (1701/1704).
P. Andrea De Giovanni da Montoro (1729/1734)
P. Paolo Polito da Laurino (1740/1743).
P. Bonaventura da Nola (1805/1808).
P. Serafino Cimino da Capri (1913/1915).
P. Lino Cappiello da Meta di Sorrento (1963/1966; e 1969/1971)
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M I N I S T R I P R O V I N C I A L I
A) Anteriori alla nuova Provincia
Paterno (da) Raffaele deceduto nel 1900
Capuano P. Antonio “ ” 1901
Curatelli P. Giuseppe “ “ 1906
Iacomino P. Luigi “ “ 1911
Falcone P. Pasquale “ “ 1912
Pileggi P. Leone “ “ 1926
Franzese P. Luigi “ “ 1929
Alvino P. Costantino “ “ 1932
Cigliano P. Agostino “ “ 1937
Graziano P. Placido “ “ 1937
Montanino P. Tommaso “ “ 1939
Fermentino P. Leonardo “ “ 1944
D’Ascoli P. Guglielmo “ “ 1945
Romano P. Alfonso “ “ 1950
Cuomo P. Serafino “ “ 1964
Capobianco P. Pacifico “ “ 1966
Pontrandolfi P. Raffaele “ “ 1969
Carucci P. Antonio “ “ 1976
B) MINISTRI PROVINCIALI DELLA NUOVA PROVINCIA
P. Ambrogio Della Torre Commissario Provinciale 3/XI/1942 – 17/VIII/1945
P. Mansueto Frison Commissario Provinciale 17/VIII/1945-20/I/1948
P. Agostino Castrillo Commissario Provinciale 20/I/1948-7/XI-1950
Ministro Provinciale 7/XI/1950-22/IX/1953
P. Ludovico Addomino Vicario Provinciale 22/IX/1953-31/VIII/1954
Ministro Provinciale 31/VIII/1954 – 23/VII/1956
P. Attilio Mellone Ministro Provinciale 23/VII/1956 – 12/VII/1962
P. Egidio Caggiano Ministro Provinciale 12/VII/1962 -15/VII/1968
P. Faustino Caruso Ministro Provinciale 15/VII/1968 – 2/VII/1974
P. Antonio Forte Ministro Provinciale 12/VII/1974 – 1/VII/1980
P. Giacinto D’Angelo Ministro Provinciale 1/VII/1980 – 17/VI/1986
P. Gerardo Cardaropoli Ministro Provinciale 17/VI/1986 – 27/IV/1992
P. Valeriano Giordano Ministro Provinciale 27/IV/1992 – 18/VI/1998
P. Giacinto D’Angelo Ministro Provinciale 18/VI/1998 – 21/VI/2004
P. Manlio Di Franco Ministro Provinciale 21/VI/2004-17/IV/2010
P. Emanuele Bochicchio Ministro Provinciale 17/IV/2010…
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P R O V I N C I A O S S E R V A N T E D E L L A B A S I L I C A T A
CONVENTI POSSEDUTI DALLA PROVINCIA PRIMA DELLA SOPRESSIONE
Acerenza Convento S. Maria Maddalena
Anzi Convento SS. Trinità
Aieta Convento S. Francesco
Brienza Convento Annunziazione della Beata Vergine Maria
Balvano Convento S. Antonio
Battaglia Convento S. Maria e Dei Martiri
Calvello Convento S. Maria Del Piano
Carbone Convento Annunziazione della Beata Vergine Maria
Castelluccio Convento Natività della Beata Vergine Maria
Colobraro Convento S. Maria di Gesù
Corleto Convento S. Maria Maddalena
Craco C onvento S. Pietro
Marsicovetere Convento S. Maria
Missanello Convento S. Maria delle Grazie
Orsoleo Convento S. Maria di Orsoleo
Pietrapertosa Convento S. Francesco
Rivello Convento S. Antonio
Rocca Imperiale Convento S. Maria delle Grazie
Rotondella Convento S. Antonio
Ruvo Convento S. Antonio
S. Martino Convento S. Francesco
Stigliano Convento S. Antonio
Tito Convento S. Antonio
Tricarico Convento S. Antonio
Tursi Convento S. Francesco
Viggiano Convento S. Maria di Gesù
PROVINCIA RIFORMATA DELLA BASILICATA
CONVENTI POSSEDUTI PRIMA DELLA SOPPRESSIONE
Avigliano Convento S. Maria degli Angeli
Banzi Convento S. Maria di Banzi
Bernalda Convento S. Antonio
Caggiano Convento S. Antonio
Cancellara Convento S. Maria Annunziata
Forenza Convento S. Maria della Stella
Genzano Convento S. Francesco (Santo Padre Nostro)
Grassano Convento Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Laurenzana Convento Beata Vergine Maria alla Neve
Montenovo Convento S. Antonio
Miglionico Convento S. Francesco (Santo Padre Nostro)
Oppido (Palmira) Convento S. Maria di Gesù
Pisticci Convento Beata Maria Vergine delle Grazie
Pomarico Convento S. Francesco
Potenza Convento S. Maria del Sepolcro
S.Angelo-Le Fratte Convento S. Maria Alleluja
S. Arcangelo Convento S. Michele Arcangelo
Salandra Convento S. Francesco
Venosa Convento S. Maria del Monte Carmelo
P R O V I C I A O S S E R V A N T E D I P R I N C I P A T O
C O N V E N T I P O S S E D U T I P R I M A D E L L A S O P P R E S S I O N E
Acerno Convento S. Antonio
Altavilla Convento S. Francesco
Cava dei Tirreni Convento S. Francesco
Cetara Convento S. Francesco
Diano Convento La Pietà
Eboli Convento S. Antonio
Gioi Convento S. Francesco
Laurino Convento S. Antonio
Maiori Convento S. Francesco
Montecorvino Convento La Misericordia
Montoro Convento S. Angelo
Napoli Convento S. Severo
Nocera dei Pagani Convento Dei Santi Angeli
Ogliastro Convento S. Leonardo
Padula Convento S. Francesco
Pisciotta Convento S. Francesco
Polla Convento S.Antonio
Salerno Convento Le Grazie
San Severino Convento S. Antonio
S. Angelo Convento S. Francesco
Sanza Convento La Neve
Sarno Convento S. Francesco
Tramonti Convento S. Francesco
Vatolla Convento La Pietà
Vico Equense Convento S. Francesco
CONVENTI DELLA PROVINCIA DI PRINCIPATO DELLA RIFORMA
Avellino Convento S. Ferdinando
Bracigliano Convento S. Francesco
Buccino Convento S. Maria delle Grazie
Capaccio Convento S. Antonio
Campagna Convento Beata Maria Vergine
Castellammare di Stabia Convento S. Maria di Loreto
Cilento Convento S. Francesco
Castelluccio Convento S. Francesco
Nocera Superiore Convento S. Madre di Dio
Montecorvino Convento S. Maria della Pace
Montella Convento S. Maria del Monte
Oliveto Convento S. Maria del Paradiso
Prepezzano Convento S. Antonio
Salerno Convento S. Lorenzo
Pollica Convento S. Maria delle Grazie
S. Andrea di Conza Convento S. Maria della Consolazione
S. Angelo dei Lombardi Convento S. Maria delle Grazie
San Severino Convento SS.ma Trinità
Serino Convento S. Francesco
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I L C O N V E N T O D I V I C O E Q U E N S E
Si è accennato, anche se sinteticamente, alla storia della Provincia: erede, se così si può dire, di tanto glorioso passato è il Comvento di Vico Equense.
Esso -così leggiamo in una Monografia di Gaetano Parascandolo del 1858- sorge presso la som-
mità di un monte ad oriente della città, rendendosi ammirevole non solo per la posizione e grandiosità, ma benanco per la magnificenza della chiesa e della torre campanaria, nulla mancandovi per ciò che concerne la nobiltà ed il decoro. Questa chiesa fu fabbricata sull’antichis-
sima chiesetta di S. Maria a Chieia, che prima della venuta de’ Francescani era governata da un’
Estaurita, e nel 1774 fu consacrata dal Vescovo Paolino Pace…Vi si ammirano lunghi ordini di celle,
ameni terrazzi, un bellissimo giardino, ricco di ampie conserve d’acqua e di una grandiosa fontana,
una larga spianata all’ingresso, un deliziosissimo belvedere e tutt’altro…
Nel Borgo di Massaquano esisteva una Confraternita dal titolo “del Purgatorio”. In epoca di cui
si ignora la data (1300 c), fu rinvenuta negli anfratti di una roccia nella località detta Chieia, una Icona della Madonna che fu denominata “A Chieia”.
Siccome a curarne il culto era la sunnominata Confraternita, che, si chiamava “del Purgatorio”, ne prese il nome, aggiungendolo a quello che già possedeva e si chiamò “di S. Maria a Chieia e del Purgatorio”. Col passar del tempo però si cominciò a sentire disagevole il tratto che separava la se-
de (Massaquano) dal luogo del ritrovamento della Madonna e la Confraternita pensò di affidare a un Ordine religioso il culto dell’immagine.
Fu così che nell’anno 1575, tramite il Feudatario, marchese Ferrante Carafa, furono chiamati a vi- co i Frati Minori.
La confraternita donò loro la grotta, già trasformata in Cappellina, le “fabbiche annesse” e un oli-
veto per il culto della Beata Vergine, con la promessa di un congruo quantitativo di frumento annuo per il mantenimento della comunità, riservandosi il diritto di proprietà della cappella della grotta e della trecentesca statua tufacea della Madonna.
In segno di riconoscenza i Frati si impegnarono a celebrare quotidianamente una Messa all’altare della Madonna e, quattro volte all’anno (la prima domenica di quaresima, la domenica in albis, il martedi di Pentecoste e il 15 agosto, date in cui si usava festeggiare la Madonna a Chieia) una Messa solenne.
Ben presto però i frati trovarono troppo anguste le “antiche fabbriche” e si adoperarono a costruire un conventino (a spese della stessa Confraternita), capace di ospitare oltre 10 frati, i quali si prodi-
garono tanto fra la gente vicana per far conoscere e amare S. Francesco, che a meno di 50 anni dal-
la loro presenza a Vico, il popolo avanzò la richiesta che S. Francesco venisse dichiarato compatro-
no della città. La richiesta venne accolta ed approvata dal Vescovo col suo Capitolo nel secondo de-
cennio del 1600.
E’ importante ricordare a questo punto che fino a quando il Vescovo Mons. Raffaele Pellecchia
proibì tutte le processioni non parrocchiali, la Statua di S. Francesco, nel giorno della festa, veniva
portata processionalmente attraverso le strade di Vico e, in piazza, ogni anno un Onorevole del Par-
lamento italiano dettava il Messaggio di S. Francesco.
Col passare degli anni il Convento acquistò sempre maggiore importanza, tanto che, in diverse epoche, si resero necessari lavori di ampliamento e il Convento stesso divenne punto di riferimento per il popolo vicano, fino a quando le vicende storiche ne videro la soppressione.
Ma fu come un vento di bufera, passato il quale il Convento tornò in possesso dei Frati, ad opera
di quattro religiosi (Ricciardi Luigi fu Luigi; Cardillo Francesco fu Michele; Lamberti Diego fu Pietro e Vigilante Antonio fu Michele; col nome dell’anagrafe civile, come si può notare, perché ancora non si poteva configurare il Convento come entità religiosa) che ne pagarono il riscatto nel 1879.
Purtroppo non fu possibile riscattare il “giardino” (come citato dal Parascandolo) o l’Oliveto (co-
me lo descrivono le cronache della Confraternita), perché già trasformato in Cimitero. Ancor oggi
è quello il Cimitero Comunale di Vico Equense.
In breve il Convento riacquistò il suo prestigio nella città di Vico Equense e divenne anche uno dei conventi più importanti nell’ambito della Provincia religiosa: fu sede di Noviziato, di Ritiro sia
dei Religiosi che del Clero locale (ma già nel lontano 1784 c’era stato un Decreto del Vescovo, il
quale stabiliva che i chierici della sua diocesi facessero in questo Convento gli Esercizi Spirituali
obbligatori prima dell’ordinazione) e per ben sette volte (1836, 1880, 1892, 1895, 1898, 1937 e
1940) sede per lo svolgimento e la celebrazione del Capitolo Provinciale.
La crisi di vocazioni che dagli anni sessanta ha colpito tutti gli Ordini religiosi è stata fortemente risentita anche nel nostro e oggi il Convento, pur continuando ad essere faro di luce per il popolo
vicano, ospita solo cinque Frati.
Nessuno però può spegnere la speranza in un futuro più florido!
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siete delle persone speciali saluti a tutti in particolar modo a
padre nunzio padre vincenzo vi voglio bene
auguri a tutti voi e complimenti per la bella inziativa